Peccato non sia uscita prima. Ecco, ci sono serie che a volte ci inducono a fare questo pensiero. Per me Skam è una di quelle. Durante la quarantena mi sono lasciato guidare, non senza qualche diffidenza, da questo gruppo di adolescenti romani alle prese con drammi esistenziali che a quell'età, sei certo, saranno indelebili come i tatuaggi che sogni di fare a 18 anni. Lo pensavo anch'io, eppure lo avevo dimenticato. Tutto a quell'età sembra significativo e insormontabile. L'amore, l'interrogazione, le feste giuste, la corsa alla maggiore età, alla maturità che ti libererà per sempre da quella routine monotona che per 5 anni ti è sembrata una pena infinita, troppo sofferente da sopportare. Eppure te lo ripetono tutti: quelli saranno gli anni piú belli. Ma tu non ci credi, anzi non ci vuoi credere perché in quel momento stai soffrendo troppo e quindi questa merda che vivi non possono essere gli anni migliori. Lo avevo dimenticato. Skam mi ha ricordato la bellezza di quelle giornate tra i banchi di scuola, di quelle serate in cui vuoi dichiararti a un* e finisci con il baciarti un'altr*. E allora peccato che questa serie non sia uscita prima, quando stavo al liceo, perché avrebbe dato quel tenero conforto che a quell'età pensi che il mondo non ti voglia dare. Grazie al mio lavoro ho potuto viverne da vicino la magia e non posso che essere felice di averne fatto parte🌈💫✨ @japoco_b 🌹 @francescocentorame_ shot by me x #skamitalia5 #skamitalia