avvocathy
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C’è il registro delle liste elettorali rosa per le donne e azzurro per gli uomini!
E poi c’è una legge del 1947, mai abrogata, che stabilisce che nelle liste elettorali la donna sia identificata anche con il cognome del marito.
Perciò accanto al cognome di un donna sposata e persino di una divorziata c’è il cognome del marito (o dell’ex marito).
Lo sapevate?
E poi ci sono le file divise in Donne e Uomini, e migliaia di persone trans costrette a stare in una fila che è diversa dal loro genere vissuto e dunque costrette a far sapere a tutti i presenti che sono persone trans.
E se chiedi ma perché?
La risposta è la stessa: “è sempre stato così”.
Eppure basterebbe così poco:
- Elenchi elettorali divisi in base alle lettere dell’alfabeto: A-L, M-Z
- Via il cognome del marito accanto a quello della donna, perché se per riconoscere un uomo basta il suo documento di identità, basta anche per una donna.
E per quelli che mi diranno che si tratta di “inezie”: sentirsi umiliati NON è mai un’inezia!
È talmente vero e importante che oggi, al seggio n. 16 di Bologna, uno scrutatore mi ha urlato PAZZA e ha chiamato le forze dell’ordine e sapete perché?
Perché ho chiesto di far mettere a verbale che la divisione in file uomini e donne lede la privacy di chi è in transizione, costringendolə a fare coming out davanti a perfetti estranei.
ADESSO BASTA
Chiediamolo in migliaia di mettere a verbale quello che riteniamo ingiusto
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