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DISORIENTAMENTO TOSSICO Il 2022 riafferma un trend già approdato sulle passerelle prepandemia e consolidato in lockdown. Che la moda, nelle sue espressioni più forti, contenga delle provocazioni utili per riflettere sulla società è un fatto noto dagli anni Settanta. Tuttavia, una rivoluzione radicale come questa non si era mai vista: soprattutto nel menswear. Ora, se nelle menti dei designer e degli insider il concetto è chiaro, per gli utenti finali è molto più frammentato. Chi ne coglie le dinamiche (e le strategie) non necessariamente apprezza l’assenza di proposte tradizionali. Chi non le comprende affatto non capisce come rinnovare il guardaroba. Tra le maschere fetish dell’ultima sfilata resort di Balenciaga, che delude le aspettative dopo la bellissima collezione A/I 22 (cupa sì, ma per protestare contro la guerra in Ucraina), e l’immarcescibile stile Ralph Lauren, si naviga in un mare di stili in tempesta che, inevitabilmente, approdano in una terra di nessuno. Se da una parte può essere confortante cogliere le mille sfumature della creatività, dall’altra c’è il rischio che il sistematico rinnovamento semestrale smentisca la coerenza del brand. E che, soprattutto, rinneghi il tema del recycling obbligando il cliente a disfarsi degli abiti della stagione precedente: per produrre i vestiti che buttiamo serve più energia di quanta ne consumino i settori delle spedizioni e dell’aviazione messi insieme. #alessandrocalascibetta #iodonnamagazine #modaesostenibità #inquinamento #fashioneconomy #stylemagazineitalia #recycling
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