lafrisa
Jul 30
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Devo dire che mi ha molto meravigliato la discussione in negativo innestata dalla copertina di @voguemagazine dedicata a Olena Zelenska la First Lady Ucraina. Si rende romantica la guerra, un servizio di moda con stylist e truccatore al seguito etc etc. Bisognerebbe ricordare che «Vogue America» ha una tradizione di presa di posizione rispetto a questioni politiche. Le copertine con @official.hilaryclinton o con @michelleobama per esempio. O di attivismo, come durante la guerra, nel 1945, la copertina con le firme dei generali americani per chiedere di continuare a comprare i war bonds. O il servizio pugno allo stomaco di Lee Miller che da modella, musa, diventa uno straordinario reporter di guerra per «Vogue» sulle cui pagine pubblica le immagini e scrive della sua entrata nel campo di concentramento di Buchenwald. Allora si disse che mettere quelle immagini terribili in una rivista di moda non era opportuno. Ma cosa vuol dire? Perché la moda è frivola non può compiere azioni che le paiono importanti in quel momento? Non può ricordare a un pubblico vasto che c’è una guerra in atto? E che comunque anche la guerra come la vita è impastata di molte cose che possono apparire contraddittorie. E che la moda è politica. Leggere il libro di #mariacristinamarchetti: «Moda e politica. La rappresentazione del potere» @meltemieditore @libreria.marcopolo
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