Harry Styles è arrivato al festival. Anche lui è un ragazzo meraviglioso come @tchalamet. Desiderato da tutti e scanzonato. Entrambi hanno una sensibilità che gli permette di usare la moda come volano per scardinare pregiudizi ma anche per confondere le idee. Harry Styles è l’erede di performer come Bowie che hanno messo in discussione la mascolinità in favore di una più rilassata e languida esperienza del proprio genere. Sicuramente oggi il successo che riscuotono star come loro è dovuto al fatto che hanno dato forma e sostanza a quella necessità di non scegliere che le nuove generazioni sentono fortissima. L’uomo contemporaneo è un atto dell’immaginazione che prende forma dall’ incrociarsi di sensibilità diverse: designer, progettisti, image makers, ma anche consumatori, che innestano idee e comportamenti nell’arena di Instagram. Loro ci piacciono perché forzano le identità erotiche. Sono dichiarazioni di dissidenza. La moda progetta i corpi e ha la responsabilità di esprimere quella complessità che plasma gli immaginari. L’abito ha una funzione essenziale sia in rapporto all’ identità che in rapporto al desiderio. La moda può rinnovarsi solo attraverso il confronto con la promiscuità globale. Perché tutto è interconnesso, tutto è contaminato, tutto ci riguarda. Così alcuni autori del sistema moda, in complicità con artisti, stylist etc etc, adottano un atteggiamento nomadico nell’ attraversare una contemporaneità frammentata ed esplosiva.